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Da Impatto Sonoro | Gianmaria Tononi
Certo, si può lanciargli un’ascoltata veloce e cambiare pagina non appena si sente lo sfondo elettronico partire. Oppure si può rimanere, ascoltare con calma, accorgersi che i testi sono un’altra cosa, che i beat sono sempre uno sfondo più o meno dolce per qualcosa di più.

Partono tranquilli, Avresti Vinto Tu, che mette di fronte a come sarebbe andata se non ci avessero creduto a fondo. Così non è stato, per fortuna, e quindi esplodono in Rumore: veloce, martellante, coinvolgente. “con la testa con il cuore”, un po’ come fanno loro ecco.
Poi via, ci si perde in un mare di elettronica, in una distesa che tira sempre al pop senza mai dimenticarsi di far muovere chi ascolta; romantici (I Nostri Nomi) e aggressivi (Pugno sul tuo Grugno), ironici (Hai Mangiato un Limone) e enigmatici (Morta Maria, che potrebbe parlare di moltissime cose, senza specificità). Si sono evoluti moltissimo dal primo disco, raggiungendo una maturità ben più profonda, lasciando da parte la componente trash e spingendosi in un’analisi musicale e umana molto più dettagliata. Loro stessi si rispondono, a distanza di tempo, con La Parte C, che si contrappone nettamente all’apertura del disco precedente.

Sono nati nella parte bresciana della Valcamonica, un posto che non ispira esattamente l’idea di innovazione musicale, e si stanno spingendo ben più in là di molti gruppi italiani del momento: quando ci si muove tanto mentre si ascoltano testi ben fatti spesso vengono in mente i Subsonica, ma erano altri tempi, è ora di lasciargli spazio per crescere ancora senza confronti e pregiudizi perché il futuro dei Fraulein Rottenmeier promette un gran bene.
Da OcaNeraRock | Fay Hosley
I Fraulein Rottenmeier arrivano alla loro seconda opera in full lenght.
Nonostante il nome scelto (Rottami) , all’ascolto di queste 9 tracce siamo per certo davanti ad un lavoro che si regge in piedi autonomamente, fiero esempio di un elettro pop di chiaro stampo danzereccio italico.

Se il primo brano di un disco è il biglietto da visita per poter incuriosire e proseguire nell’ascolto di un disco, Avresti vinto tu è un pezzo estremamente affascinante per la sua complessità.
Una litania, una serie di domande la cui risposta è nient’altro che la rivalsa di chi non ha ceduto, di chi non ha mollato.
Autobiografico e forte, il messaggio che arriva all’ascoltatore è comunque fuorviante.
Già dal secondo brano che si incontra, infatti, le sonorità cambiano in modo netto e deciso e vanno a delineare la vera identità del trio bresciano.
Rumore e Salta con me hanno infatti un sapore dance che si riflette al meglio proprio con la definizione di “elettronica maccheronica”, nome, tra l’altro, del primo disco dei Fraulein Rottenmeier (escludendo naturalmente gli Ep pubblicati).
E poi?
Poi si arriva al pezzo sul quale potrei scrivere un poema.
Irriverente, sfrontato e soprattutto contagioso nel suo essere saturo di metafore easy, inciampo piacevolmente in Hai mangiato un limone? - un brano, ne sono certa, che strapperà sorrisi anche a molti di voi.
Sonorità di italian dance anni ’90 che fanno tornare alla mente ricordi di un’adolescenza (bruciata) passata alle festicciole con gli amici quando eri quattordicenne.
Attenzione: non è il riaffiorare di quei ricordi che mi ha fatto apprezzare il brano, ennò.
I Fraulein Rottenmeier, qui, sono stati saggi.
Sono arrivati quasi alla fine del disco ed hanno infilato poco prima della chiusura una hit scanzonata e virale, chiaramente commerciale rispetto al resto.
Il classico pezzo che se sei su di giri e con qualche birra in corpo cominci a ballare e cantare come un forsennato.

A dispetto della signorina tedesca che col suo nome ha ispirato questi bresciani, i Fraulein Rottenmeier sono ironici, leggeri e divertenti.
Una ventata di freschezza che riesce a dare un tocco di colore semplice e senza pretese alle vostre giornate.
 
La crisi, la depressione, la noia? Vanno affrontate. Muoviti, reagisci: è l’unico modo che c’è per cambiare rotta. È un punto di vista nuovo e soprattutto positivo, quello dei Fraulein Rottenmeier. "Abbiamo scelto i rottami come metafora della fatica e del lavoro, ma la cosa bella è che esiste una seconda via per un rottame. Il rottame può rinascere e diventare qualcosa di diverso”. Non è un caso nemmeno che abbiano scelto come immagine di copertina per il nuovo disco un’opera di Trotta: “la foto di una statua in fil di ferro. Cercavamo un robot”. Infine, una sorpresa: l’eclettico lyric video di Morta Maria. Si tratta di per sé di un pezzo abbastanza enigmatico, sospeso tra il pop e una certa frenesia catartica. Il 2014 è un anno molto intenso e “creativo” per i Rottenmeier, per cui, a partire da ora, non ci resta che stare sintonizzati e scatenarci dentro e fuori.
Cominciamo dal principio. E' venerdì sera e mi ritrovo a girare a zonzo sulla mia auto per le vie della città, con l'autoradio che passa le note di 100 Broken Windows degli Idlewild, un vecchio CD rispolverato per l'occasione. Andarmene a zonzo da solo in auto è una cosa che mi è sempre piaciuta. Mi rilassa e mi mette di buonumore. Ok, gira e gira alla fine dove vuoi andare a parare? Mi do una meta e punto verso la Latteria Molloy dove so essere in programma il concerto dei Sick Tamburo, formazione nata nel 2007 dalle ceneri dei Prozac+, di cui perlatro consumai insistentemente l'album 3, che ancor oggi reputo uno dei più bei dischi punk pubblicati nella nostra lingua.
Arrivato sul posto scopro oltretutto che la serata è aperta da questi Fraulein Rottenmeier che ammetto di non avere mai sentito prima. Ebbene, con buona pace dei Sick Tamburo, di cui per vari motivi non ho purtroppo avuto nemmeno l'occasione di ascoltare tutto il concerto, è proprio per i Fraulein Rottermeier che mi ritrovo a scrivere queste righe. I nostri arrivano dalla Val Camonica ed alla Latteria si sono resi protagonisti d'un concerto bello e trascinante, proponendo un pop-rock accattivante e genuino, che passando per sonorità che a tratti mi hanno ricordato Franz Fardinand e Subsonica, riesce a farsi largo nelle sinapsi dell'ascoltatore anche grazie a testi divertenti e di graffiante sincerità. A livello scenico poi, meritano una nota particolare i filmati a effetto proiettati alle spalle della band durante le loro esecuzioni, che ne sottolineano efficacemente le diverse caleidoscopiche atmosfere. Convincenti dunque. Direi una rivelazione. Tanto rivelazione che mi reco al classico banchetto della band e compro i due CD usciti fino ad ora sotto il marchio Rottenmeier. Unica nota dolente: a onor del vero Elettronica maccheronica (il loro esordio in LP del 2011) per il momento mi sembra decisamente più accattivante del recente Rottami, ma questo anche perchè trovo che il primo citato sia nel suo genere davvero un disco notevolissimo (e sottolineo: notevolissimo!) che sarebbe davvero un peccato lasciarsi scappare. E poi chissà che infine col tempo non recuperi posizioni anche Rottami visto che in fin dei conti sono album che sto ascoltando da soli tre giorni...Intanto quella qui sotto è una canzone presa proprio da quest'ultimo. Ad ogni modo, lunga vita a questa band!
The Italian band named after a character from Heidi is back three years after their debut album ‘Elettronica Maccheronica’. It’s been a hectic three years with much touring and an English version of their debut. It maybe did not bring international success, it is obviously an instructive one. The experience let to a new album called ‘Rottami’ that sounds more mature and balanced then their more rudimentary and blunt debut. On ‘Elettronica Maccheronica’ it was obvious the Fraulein came from the Italian electropunkpop scene with Prozac+ and Subsonica as main inspiration. For their second album the main change can be heard in the music Franco Bruna created (also responsible for the production). Where the beats on the debut were pretty boarding up the sound he now gives more room for breaks, synth loops and pauses to make some air. It is a welcome and necessary adjustment in their sound.

Although singer G. is still remembering is on the single ‘Rumore’ that the band can be loud in concert: “We make the most noise / I'm not saying that someone will listen / I'm not saying that you will change society / I'm not saying all the shit is going to end / I'm not saying that we will solve the drought / And if you have been told that you have to go / Pretend that it's okay, ready to jump”. And you’d better. Not every song comes lose from the hard electropop they made before. ‘Hai mangiato un limone? ‘ is still hard and unsubtle. But the change in how to build a song can be heard on a track like ‘Morta Maria’ or ‘Pugno sul tuo grugno’. The mysterious comic like, delirium styled lyrics also stayed. We hear G sing: “How useful mosquito drones around me / I prick for the sake of miserable break / suck my blood, but you did not think that / this is my strength and will make you shiver / if you do not cover your nose she will make you shiver / fist on your snout and I will make you flee”. All in all Fraulein Rottenmeier is ready to burn the stages of the Italian clubcircuit this summer with a brand new set of killer tracks.
Da Music Tracks | Fabio Alcini
Chissà che cosa ne avrebbe detto Heidi: si chiama Rottami il secondo disco di Fraulein Rottenmeier. Calato profondamente nel mondo musicale della dance e dei generi consimili, il disco è tutto cantato in italiano e molto aderente alla realtà sociale di questi anni.
Si parla di crisi, di precarietà, di persone a cui si dice: “Non servi a niente”. Sembrerebbe una pagina strappata dalla quotidianità di ognuno, ma l’effetto straniante della musica che l’accompagna fornisce uno sfondo del tutto inconsueto.
Dopo l’apertura, nei pressi dello spirituale, affidata ad Avresti vinto tu, arriva il singolo Rumore: in mezzo agli stilemi della dance, propone un testo che, come per tutto il resto del disco, è calato nelle tematiche della società contemporanea.
C’è poi Salta con me, che viaggia in crescendo, con un ritornello quasi melodico. I nostri nomi è presentata come “la canzone romantica di Rottami”, e in effetti si parla di amore ma non solo. Le percussioni sono sempre piuttosto roboanti, i sample usati come oggetti contundenti, le vibrazioni molto forti e sottolineate.
Pugno sul tuo grugno è sostanzialmente un pezzo new wave, con parentele espressive con l’elettropop degli anni Ottanta, che dichiara intenti piuttosto bellicosi soprattutto nei confronti della pubblicità.
Il pezzo più curioso è l’entusiasmo popolare simulato all’interno di Morta Maria (a quanto si capisce, la Maria in questione sarebbe il simbolo di certa ignoranza italiana, e ognuno capisce ciò che vuole capire).
Anche Hai mangiato un limone? non scherza quanto a stranezze, ma l’oggetto del disprezzo in questo caso è la saccenza di certi personaggi, in salsa pop. La parte C abiura la discoteca a favore del rapporto di coppia, almeno stando al testo, ma non quanto a percussioni. Certo che se deve finire con l’encefalogramma piatto, meglio la disco.
Si chiude all’oscuro, con Così potente: l’abito del pezzo è filtrato e cangiante, le percussioni non lineari, la voce ricca di effetti. Si parla di dipendenze ed è una chiusa molto adatta per un album variegato e con punte di stravaganza.
Dipende dai gusti: c’è chi avverte due battiti di una canzone dance e cambia canale a prescindere, c’è chi attende e ascolta. Chiaramente il lavoro di Fraulein Rottenmeier non fa riferimento alla dance più vuota di contenuti, ma anzi attinge al lavoro dei dj europei più avanzati, riempiendo però i testi di contenuti “cantautoriali” molto italiani.
“Rottami” alterna atmosfere di tipo molto differente, accoglie lezioni provenienti da decenni diversi, non ha paura di sporcarsi le mani e accanto a pezzi molto smaccatamente dance, come “Rumore”, fa spazio anche a brani che non sfigurerebbero in un disco dei Subsonica.
Anche tra i fumi della discoteca, a volte la pazienza e la capacità di ascolto è la migliore virtù. E questo disco ne è la riprova.
Da RBE | Denis Caffarel
Dando prova di una evoluzione brillante e costruttiva, i Fraulein Rottenmeier inaugurano un nuovo corso con Rottami, mostrando una maturità acquisita con lavoro ed esperienza, senza abbandonare il loro stile spigoloso e vagamente acido.
Diversamente da quel che ricorda la storia, la signorina Rottenmeier arriva dal cuore della Valcamonica, ed ama la musica. La sua, naturalmente. In realtà sono in tre, in formazione basso, batteria e voce, si chiamano Fraulein Rottenmeier, e nascono con un iniziale intento punk un po’ rabbioso, per poi evolvere in un pop elettronico scarno, eppure buio, malinconico, nonostante alcuni accenni pure dancerecci, ed ora arriva un’apertura più luminosa, pur rimanendo sui binari di un cinismo ereditato dall’esperienza, ma con una consapevolezza nuova, più con i piedi per terra. Una visione pratica del mondo, critica, bilanciata. Con il nuovo Rottami i tre bergamaschi inaugurano un nuovo corso, quasi come se la parola d’ordine fosse reagire. Una reazione al passato, al presente, a ciò che si dice della musica, ed alla musica stessa, alle tematiche che affronta ed a come le racconta. I Fraulein Rottenmeier in qualche modo si riscoprono, ma diversamente dall’inizio, la rabbia è controllata, utilizzata creativamente, canalizzata con una rinnovata capacità d’espressione. In Rottami non c’è esattamente ottimismo, ma sicuramente la volontà di vedere le cose sotto ogni punto di vista. Consapevolezza nuova, magari con una maggiore naturalezza.
Da Mescalina | Enza Ferrara
Da Musicanidi | Maurisio Seimani
Da Europopmusic.eu
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